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LA RICORRENZA

17 novembre: la Giornata mondiale della prematurità illumina l’Italia di viola

Un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle cure neonatali e della prevenzione

Carolina  Brugi

17 Novembre 2025, 10:42

Giornata mondiale della prematurità

Giornata mondiale della prematurità

Oggi, 17 novembre 2025, si celebra la Giornata mondiale della prematurità, un appuntamento internazionale istituito nel 2008 e riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dal Parlamento Europeo. La ricorrenza ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione e della cura dei bambini nati prima della 37ª settimana di gestazione, una delle principali cause di mortalità neonatale sotto i cinque anni di età a livello globale.

Secondo i dati più recenti, circa 1 bambino su 10 nasce prematuro nel mondo. Nei Paesi ad alto reddito, la sopravvivenza dei neonati estremamente pretermine (meno di 29 settimane) raggiunge il 70%, mentre scende al 44% nei Paesi a medio e basso reddito, evidenziando le persistenti disuguaglianze nell’accesso a cure neonatali di qualità.

Il tema e le iniziative in Italia

Il tema centrale della Giornata 2025 è “Un futuro in salute per ogni neonato”, che sottolinea la priorità di garantire a ogni bambino prematuro il miglior inizio possibile per una vita sana. La Società Italiana di Neonatologia (SIN) è in prima linea nell’organizzazione di eventi e campagne di sensibilizzazione. In molte città italiane ospedali, piazze e monumenti si illuminano di viola, il colore simbolo della prematurità, per dare maggiore visibilità alla causa.

Disuguaglianze globali e sfide ancora aperte

In Italia, i neonati prematuri rappresentano circa il 6% delle nascite annuali, pari a oltre 25.000 bambini. La prematurità è confermata come principale causa di mortalità neonatale, responsabile di circa il 18% dei decessi nei bambini sotto i cinque anni. Tuttavia, grazie ai progressi nelle cure intensive neonatali, la sopravvivenza dei prematuri è in costante aumento.

Secondo i dati SIN‑INNSIN del 2024, la sopravvivenza alla dimissione ospedaliera in Italia raggiunge il 74% per i neonati nati tra le 24–27 settimane di gestazione, il 93% per quelli tra le 28–29 settimane e supera il 99% per i nati oltre le 32 settimane. Complessivamente, la sopravvivenza dei neonati prematuri in Italia si attesta intorno al 96%, grazie a programmi integrati di assistenza che coinvolgono la famiglia, la presenza continua in terapia intensiva neonatale e un rigoroso follow‑up a lungo termine.

A livello mondiale, circa 1 neonato su 10 nasce prematuro ogni anno. Nonostante i progressi nella cura, la sopravvivenza degli estremi pretermine resta fortemente influenzata dal contesto socio‑economico: 70% nei Paesi ad alto reddito, 44% nei Paesi a basso e medio reddito.

Anche in Italia permangono criticità territoriali, con differenze tra Nord e Mezzogiorno: nelle regioni meridionali i tassi di mortalità neonatale e infantile sono ancora più elevati, evidenziando la necessità di interventi mirati per ridurre le disuguaglianze e garantire pari opportunità di cura a tutti i neonati.

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