La spiaggia di Marina di Grosseto davanti al Kursaal nella mattinata di oggi – mercoledì 12 novembre – si è trasformata in un’aula a cielo aperto. Gli studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado di Marina di Grosseto hanno partecipato a una giornata di educazione ambientale e cittadinanza attiva promossa da Legambiente Festambiente nell’ambito del progetto Ecosistema Duna, sostenuto con i fondi 8x1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai e realizzato in collaborazione con il Comune di Grosseto, che la scorsa primavera ha siglato un protocollo con Legambiente per favorire la conservazione e la valorizzazione del patrimonio dunale.
"Armati di guanti, palette e curiosità – fanno sapere da Legambiente – i ragazzi hanno messo a dimora nuove specie vegetali autoctone, piante capaci di stabilizzare la sabbia e rafforzare le dune, barriere naturali fondamentali per difendere la costa dall’erosione e dall’avanzare del mare. Un intervento che unisce educazione, scienza e partecipazione, con l’obiettivo di rigenerare un ecosistema fragile ma prezioso, oggi sempre più minacciato dagli effetti della crisi climatica. L’attività rientra nel più ampio percorso del progetto Ecosistema Duna, che in tutta la Maremma promuove azioni di tutela e valorizzazione dei cordoni dunali, coniugando ricerca scientifica, formazione e sensibilizzazione. Ogni tappa coinvolge scuole, istituzioni e cittadini, dimostrando come la transizione ecologica possa e debba partire dai territori e dalle nuove generazioni".
"Le dune costiere, spesso considerate un elemento marginale del paesaggio, svolgono invece un ruolo chiave per la biodiversità e la stabilità ambientale: proteggono le aree interne dalle mareggiate, ospitano specie vegetali rare e contribuiscono a mantenere l’equilibrio tra mare e terra. La loro perdita, dovuta a urbanizzazione e cambiamenti climatici, mette a rischio non solo l’ambiente naturale, ma anche il futuro economico e sociale delle comunità costiere".
“Quella di oggi non è stata solo una giornata di volontariato, ma un momento di vera educazione alla cura del territorio – ha commentato Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente –. Le piante messe a dimora rappresentano un investimento concreto per il futuro: radici che consolidano la sabbia, ma anche valori che consolidano la comunità. È fondamentale che le nuove generazioni partecipino in prima persona alla salvaguardia dei luoghi che erediteranno”.
"Siamo orgogliosi di vedere i nostri ragazzi protagonisti di un’iniziativa che unisce educazione ambientale e partecipazione civica – ha dichiarato Erika Vanelli, assessore all’Ambiente del Comune di Grosseto – . Le dune costiere sono un patrimonio naturale e paesaggistico di enorme valore, spesso sottovalutato, ma fondamentale per la difesa del litorale e per l’equilibrio dell’ecosistema marino-costiero. Grazie al progetto Ecosistema Duna e alla collaborazione con Legambiente, la tutela di questi ambienti entra a pieno titolo nel percorso formativo delle nuove generazioni. È proprio da iniziative come questa che può nascere una consapevolezza diffusa e duratura: quella di una comunità che si prende cura del proprio territorio, lo conosce e lo protegge, perché sa che in gioco non c’è solo la bellezza del paesaggio, ma il nostro futuro comune".
"La mattinata, accompagnata dai volontari di Legambiente e dagli insegnanti, ha avuto anche un forte valore formativo. Gli studenti hanno potuto osservare da vicino la struttura e la funzione delle dune, comprendendo l’importanza di ogni specie vegetale nella costruzione di un equilibrio naturale complesso. Un’occasione per imparare non solo con la mente, ma con le mani e con gli occhi. Per un giorno, la spiaggia di Marina di Grosseto è diventata il simbolo di una collaborazione virtuosa tra scuola, associazionismo e istituzioni. Un laboratorio di ecologia concreta dove l’ambiente non è stato solo oggetto di studio, ma spazio di relazione e responsabilità. La sfida – concludono da Legambiente – ora è proseguire su questa strada, moltiplicando le esperienze e rafforzando la rete tra territori, scuole e comunità locali. Perché difendere le dune significa difendere un pezzo di identità collettiva, quella che unisce paesaggio, cultura e futuro".
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