Cresce la preoccupazione nel settore dell’autotrasporto per la modifica unilaterale dei termini per l’allineamento dell’accisa sul gasolio alla benzina, contenuta nel testo della legge di Bilancio 2026. La misura, introdotta senza confronto con le categorie, rischia di gravare pesantemente su migliaia di micro, piccole e medie imprese del trasporto merci.
“Avevamo già contestato l’articolo 3 del dlgs 43/2025, che stabiliva un percorso graduale di incremento dell’accisa, pari a 1,0–1,5 centesimi di euro al litro tra il 2025 e il 2029 – spiega Michele Demi, presidente di CNA Fita Grosseto. Adesso questo pesante impegno viene aggravato da quanto previsto nella legge di Bilancio, che stabilisce una crescita cumulativa per il 2026, pari a 4,05 centesimi di euro al litro e non più a 1,5 centesimi come previsto. Così facendo, l’accisa aumenta del 200% rispetto alla previsione originale”.

Michele Demi
Secondo CNA Fita, la misura colpisce con particolare durezza i veicoli di piccola portata, di massa complessiva inferiore a 7,5 tonnellate, che – a differenza dei mezzi pesanti di ultima generazione – non beneficiano di alcun meccanismo di recupero dell’accisa. “Per questo settore – dice Demi – l’improvviso e inatteso incremento comporterà un maggior costo di oltre 24 milioni di euro rispetto a quello preventivato. A questo si aggiunge la situazione critica delle imprese che non hanno potuto ammodernare la flotta: per i circa 80mila veicoli immatricolati per il trasporto merci per conto terzi che circolano con una classe ambientale inferiore a Euro 5, il maggior costo rispetto al preventivato sarà di quasi 65 milioni di euro”.
“A fare le spese di questa decisione – conclude Demi – sono migliaia di micro, piccole e medie imprese, che chiedono di poter recuperare interamente l’accisa, come avviene per i mezzi pesanti. Se questo non dovesse avvenire le imprese saranno costrette a chiedere un incremento delle tariffe di trasporto pari, almeno, all’aumento delle accise”.
Il settore, già provato dal caro carburante e dalle difficoltà di rinnovo del parco veicolare, teme ora che la misura possa mettere fuori mercato centinaia di operatori e compromettere la competitività dell’autotrasporto italiano.
