IL DECRETO
Il Governo ha approvato un provvedimento destinato a cambiare radicalmente il rapporto tra adolescenti e pornografia online. L’obiettivo è chiaro: impedire ai minori di accedere a contenuti pornografici introducendo sistemi di verifica dell’età obbligatori, con sanzioni severe per chi non si adeguerà. Si tratta di una misura che mira a contrastare la diffusione precoce di immagini e video sessualmente espliciti, considerata ormai una delle principali cause di distorsione nella percezione della sessualità tra i più giovani.

Il decreto, approvato dal Consiglio dei ministri su proposta del ministero dell’Innovazione e della Famiglia, stabilisce che le piattaforme che ospitano materiale pornografico dovranno verificare in modo effettivo l’età degli utenti. Non basterà più una semplice autocertificazione: al contrario, sarà introdotto un sistema digitale di autenticazione, integrato con documenti d’identità oppure con Spid (il Sistema pubblico di identità digitale) e la Carta d’identità elettronica. La misura entrerà in vigore dal 12 novembre. Al momento sono 48 i siti ai quali, a partire appunto dal prossimo 12 novembre, si potrà accedere non più attraverso l'autocertificazione della propria età ma sarà necessario invece dimostrare di essere maggiorenni. Tra i più noti ci sono PornHub, YouPorn, XVideos e OnlyFans. L'elenco è stato pubblicato da Agcom sul proprio sito a questo link: https://www.agcom.it/sites/default/files/provvedimenti/comunicazione/2025/Prima%20lista%20soggetti%20ex%20art.%2013_bis%20da%20pubblicare_0.pdf
Secondo il decreto, le piattaforme avranno sei mesi di tempo per adeguarsi, dopodiché scatteranno multe fino a 250mila euro e la possibilità di blocco dei siti da parte dell’Autorità per le comunicazioni (Agcom) o della Polizia Postale. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il decreto entrerà in vigore entro 60 giorni. Il Governo prevede anche una campagna informativa nazionale, con spot televisivi e materiali digitali destinati a genitori e insegnanti, per spiegare i rischi legati all’esposizione precoce alla pornografia e promuovere un approccio più sano alla sessualità.

"Non è moralismo, ma protezione dei minori – ha spiegato il ministro per la Famiglia, Eugenia Maria Roccella –. I dati dimostrano che l’età media del primo contatto con la pornografia online in Italia è di 12 anni. È un fenomeno che influenza negativamente la formazione emotiva, sessuale e relazionale dei ragazzi". Il Governo, sostenuto in questo provvedimento anche da parte delle opposizioni, punta a un modello simile a quello già adottato in Francia e Regno Unito, dove le piattaforme per adulti devono garantire controlli automatici sull’età degli utenti.
Non mancano, però, le polemiche. Alcune associazioni per la tutela dei diritti digitali avvertono del rischio di violazioni della riservatezza: obbligare gli utenti a identificarsi sui siti a contenuto sessuale potrebbe infatti esporli al rischio di abusi o violazioni di dati sensibili. A questo proposito, il Garante per la protezione dei dati personali ha già avviato un tavolo tecnico per stabilire linee guida che garantiscano il rispetto del principio di minimizzazione dei dati: l’identità dovrà essere verificata, ma senza archiviare copie di documenti o informazioni personali inutili. Un altro punto controverso è la difficoltà tecnica di applicazione: molti siti porno hanno sede all’estero e sfuggono alla giurisdizione italiana. In questi casi, i provider nazionali potranno essere obbligati a bloccare l’accesso, ma le ultime esperienze mostrano che gli utenti spesso riescono ad aggirare le restrizioni tramite Vpn o proxy.

Gli psicologi e gli educatori invece accolgono con favore il provvedimento, ma sottolineano che non basta una barriera tecnologica per educare i ragazzi a un uso consapevole del web. "Bloccare l’accesso è necessario, ma serve anche un’educazione affettiva e sessuale nelle scuole – sostengono –. Molti adolescenti imparano il linguaggio della sessualità più dai video pornografici che dai dialoghi con gli adulti. È una deriva che dobbiamo invertire". Il ministero dell’Istruzione, in parallelo al decreto, ha annunciato un nuovo programma di educazione digitale e affettiva destinato alle scuole secondarie, che entrerà in fase sperimentale già dal prossimo anno scolastico.
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