INTERNET
Negli ultimi mesi, una nuova teoria complottista ha cominciato a diffondersi rapidamente sui social network e su diversi canali di informazione alternativa: secondo i suoi sostenitori, il 3 novembre 2025 sarebbe la data prevista per lo scoppio della Terza guerra mondiale. La voce – priva al momento di qualunque reale fondamento – si sta però trasformando in un fenomeno virale, alimentato da video su TikTok, discussioni su Telegram e infografiche dal tono apocalittico che cercano di collegare eventi geopolitici reali a presunti presagi o profezie.

Com'è nata? Tutto è iniziato con alcuni post anonimi pubblicati a metà estate su piattaforme come X e Reddit, dove venivano citati documenti “diplomatici secretati” mai verificati. In breve tempo, la data del 3 novembre è stata collegata a diversi eventi di attualità: l’esercitazione militare congiunta tra Russia e Cina nel Pacifico, la crisi in Medio Oriente e le tensioni crescenti in Europa orientale. I complottisti hanno intrecciato queste circostanze per costruire una narrazione che suggerisce un imminente “conflitto globale orchestrato dalle élite”.
Molti video virali utilizzano un linguaggio profetico, facendo spesso riferimento a presunte predizioni astrologiche, alla simbologia del numero 3 e ad antiche profezie di Nostradamus, interpretate in modo arbitrario per indicare il 2025 come “anno della resa dei conti”.
E sui social media la teoria ha trovato terreno fertile grazie ad algoritmi che premiano i contenuti sensazionalistici. Hashtag come **#3November3 e **#WorldWar3ediction hanno raggiunto milioni di visualizzazioni in pochi giorni. Molti utenti, pur non credendo alla teoria, hanno contribuito a diffonderla tramite commenti ironici o video-parodie, che però ne hanno amplificato la visibilità.

Le autorità e diversi esperti di sicurezza internazionale hanno invitato alla cautela, spiegando che nessuna fonte attendibile supporta l’idea di una guerra imminente. Tuttavia, la teoria si è spinta oltre il campo della politica e ha assunto toni quasi religiosi o catastrofici, richiamando alla mente i cicli di panico collettivo che accompagnano ogni presunta “fine del mondo”.
Secondo i sociologi dei media, queste teorie “sono il riflesso di un periodo di incertezza globale, in cui crisi economiche, guerre regionali e cambiamenti climatici alimentano un senso diffuso di precarietà. L’idea della guerra totale diventa una metafora della paura, più che una previsione concreta”. E Internet amplifica questa paura attraverso la ripetizione ossessiva di immagini e narrazioni apocalittiche: “Più un contenuto spaventa, più viene condiviso. È un meccanismo psicologico che i gruppi complottisti conoscono bene”.

Sebbene negli ultimi anni le tensioni internazionali siano aumentate – con conflitti aperti in Medio Oriente, il riarmo di diversi Paesi e le tensioni permanenti tra Nato e blocchi orientali – gli analisti militari escludono categoricamente uno scenario di guerra mondiale nel breve periodo. Anzi, i politologi sottolineano che, paradossalmente, “le potenze mondiali stanno moltiplicando le esercitazioni e i contatti diplomatici proprio per evitare escalation non controllate. Il rischio è certamente più alto che nel passato, ma parlare di date o piani precisi non ha alcun fondamento”.
Come in altri casi recenti — dalle “previsioni” sul blackout mondiale del 2021 alla falsa invasione aliena del 2023 — la teoria del 3 novembre segue uno schema ormai noto: una data precisa, una narrazione misteriosa e un continuo rimando a fonti non verificabili. Questi elementi garantiscono curiosità e diffusione, ma generano anche ansia e disinformazione.

Psicologi e comunicatori del rischio invitano a evitare il sensazionalismo e a verificare sempre le fonti prima di condividere notizie di questo tipo. “Ogni volta che leggiamo parole come ‘ufficiale’, ‘segreto’ o ‘rivelazione’, dovremmo fare un passo indietro e chiederci da dove proviene davvero quella notizia”, sottolineano. Come spesso accade, il pericolo maggiore non è quello della guerra, ma quello di una disinformazione che si traveste da profezia, alimentando paura e sfiducia nel mondo reale.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy