Lunedì 13 Ottobre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

Nei cieli

Fumo in cabina, evacuato aereo consegnato da 12 giorni. La maledizione del Boeing 737 MAX continua

Giovanni Ramiri

13 Ottobre 2025, 14:26

Fumo in cabina, evacuato aereo consegnato da 12 giorni. La maledizione del Boeing 737 MAX continua

ll problema ha riguardato un volo Ryanair

Il 12 ottobre 2025, un Boeing 737 MAX 8-200 operato da Ryanair e consegnato appena 12 giorni prima è stato evacuato d’urgenza all’aeroporto di Cracovia. Durante il rullaggio per la partenza verso Bristol, il capitano ha rilevato la presenza di fumo nell’abitacolo e nella cabina, disposto quindi l’evacuazione tramite scivoli di emergenza. Tutti i 197 passeggeri sono stati fatti scendere rapidamente e senza feriti. L’aereo è stato immediatamente preso in carico dai tecnici dopo essere stato trainato al parcheggio, mentre le autorità aeroportuali hanno riattivato le operazioni aeree normali. Ancora ignota la causa del fumo, con le indagini in corso.

L’aereo coinvolto, un Boeing 737-8200, è una versione ad alta densità del MAX 8 progettata specificamente per Ryanair, capace di trasportare più passeggeri rispetto alle configurazioni tradizionali. Questo modello è parte della massiccia flotta che ha contribuito a consolidare Ryanair come uno dei principali vettori aerei europei.

 

I due incidenti mortali e la crisi del Boeing 737 MAX

Il Boeing 737 MAX, modello sviluppato per modernizzare e sostituire la celebre famiglia 737, ha vissuto una delle crisi più gravi della storia dell’aviazione commerciale a causa di due incidenti mortali verificatisi nel giro di soli cinque mesi.

Il primo incidente avvenne il 29 ottobre 2018, quando il volo Lion Air 610 precipitò pochi minuti dopo il decollo da Giacarta, in Indonesia, causando la morte di tutte le 189 persone a bordo. Le indagini rivelarono che il sistema di controllo automatico MCAS (Maneuvering Characteristics Augmentation System), progettato per evitare lo stallo, si attivò erroneamente in seguito a dati difettosi forniti da un sensore guasto, spingendo stabilmente il muso dell’aereo verso il basso. I piloti, non adeguatamente addestrati sulle nuove procedure del MCAS, non riuscirono a contrastarne l’effetto.

Il secondo disastro avvenne il 10 marzo 2019, con la caduta del volo Ethiopian Airlines 302 pochi minuti dopo il decollo da Addis Abeba, in Etiopia. In questa tragedia persero la vita 157 persone. Le circostanze furono molto simili al primo incidente, con un’attivazione incontrollata del MCAS e una incapacità dei piloti di riprendere il controllo dell’aeromobile.

Questi eventi causarono il blocco globale di tutti i Boeing 737 MAX nel marzo 2019, una misura senza precedenti nella storia dell’aviazione civile. Boeing avviò un programma di revisione e aggiornamento tecnico del MCAS e migliorò la formazione degli equipaggi di volo. Furono sottoposti a revisione anche i protocolli di certificazione, coinvolgendo le Autorità Regolatorie Internazionali come la FAA e l’EASA per garantire maggiori standard di sicurezza.

Negli anni successivi, il Boeing 737 MAX è tornato gradualmente in servizio, ma questi incidenti hanno lasciato un segno indelebile nella percezione pubblica e nel modo in cui il settore aviazione monitora la sicurezza dei nuovi modelli, riprogettando procedure e sistemi. Quella tragedia ha messo in luce seri limiti organizzativi, di progettazione e di supervisione, rivelando anche problemi culturali interni a Boeing e alle agenzie di controllo.

L'incidente di Ethiopian Airlines 302 

Incidente grave di Alaska Airlines: decompresssione a alta quota

Nel gennaio 2024, un episodio critico ha coinvolto un altro Boeing 737 MAX 9 di Alaska Airlines. Durante la fase di decollo da Portland, un pannello del portello di emergenza si è staccato causando una decompressione incontrollata della cabina a 16.000 piedi. L’equipaggio ha gestito l’emergenza con prontezza ed è riuscito ad atterrare senza danni gravi, anche se alcuni passeggeri hanno riportato lievi ferite. L’indagine della NTSB ha attribuito l’incidente a una serie di errori di manutenzione, tra cui l’assenza di bulloni fondamentali mai reinstallati dopo una riparazione, e a carenze nei controlli di Boeing e dell’autorità FAA.

Questo episodio ha ulteriormente sollevato dubbi sulla sicurezza strutturale e sui processi di controllo qualità di Boeing relativi al 737 MAX.

Il portellone di Alaska Airlines

Nuove criticità: fumo nei motori e aggiornamenti in corso

Nonostante i miglioramenti, il 2025 ha visto emergere altre problematiche. Il NTSB ha emesso un allarme riguardo ai motori CFM LEAP-1B usati nei 737 MAX: in caso di danni o impatti, potrebbero generare fumo in cabina, costringendo a evacuazioni come quella a Cracovia. Boeing e CFM stanno lavorando a modifiche software e procedure per mitigare questo rischio, che rappresenta un serio problema operativo.

Conclusione

L’evacuazione a Cracovia ricorda come le procedure di sicurezza oggi previste possano evitare conseguenze peggiori anche in situazioni critiche.  Solo una rigorosa manutenzione, un controllo qualità senza compromessi e una formazione degli equipaggi attenta possono garantire che questi aerei moderni siano altrettanto sicuri quanto efficienti e diffusi nel trasporto aereo globale.

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie