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Il personaggio

John Dillinger, il pericolo pubblico numero uno: vita, evasioni e morte del bandito elegante che terrorizzò l'America e ha ispirato Fabrizio Corona

La storia di John Dillinger parla di un uomo che, al di là del crimine, è diventato simbolo di rivolta e fascino al tempo stesso

Giovanni Ramiri

20 Settembre 2025, 20:34

John Dillinger, il pericolo pubblico numero uno: vita, evasioni e  morte del bandito elegante che terrorizzò l'America e ha ispirato Fabrizio Corona

John Herbert Dillinger

John Herbert Dillinger è stato uno dei criminali più famosi e discussi della storia americana, una figura leggendaria che incarnò l’immagine del gangster dandy durante gli anni più duri della Grande Depressione. Nato nel 1903 a Indianapolis, Indiana, Dillinger iniziò una carriera criminale a ventun anni, rapinando una piccola drogheria. Il suo fascino non derivava solo dalla capacità criminale, ma anche dallo stile elegante e curato, con cappello e cappotto di alta sartoria, che trasformarono la sua immagine in quella di un “fuorilegge gentiluomo”.

La sua celebrità non si limitò alle rapine in banca, di cui fu autore insieme a una banda ben organizzata che terrorizzò il Midwest americano tra il 1933 e il 1934, ma anche alle sue spettacoli di fuga dalle prigioni. Tra le sue imprese più famose c’è l’evasione dal carcere di Crown Point, in Indiana, armato di una pistola di legno intagliata con rasoio e legno rubato da scaffali interni, con la quale riuscì a liberarsi e scappare. Questa serie di evasioni e il modo in cui sfuggiva alle forze dell’ordine contribuirono a creare un’aura quasi mitica intorno a John Dillinger.

Considerato dall’FBI, guidata dal direttore J. Edgar Hoover, come il “nemico pubblico numero uno”, Dillinger divenne il bersaglio principale di una delle più aggressive e pubblicizzate campagne di caccia all’uomo del periodo. Il suo carisma e la sua astuta capacità di aggirare la giustizia, insieme all’abitudine di distruggere i registri che documentavano i debiti delle persone povere dopo le rapine, lo portarono a essere visto da molti come un moderno Robin Hood, un eroe popolare in un tempo di forti difficoltà economiche.

Le violenze e le rapine commesse dal suo gruppo, che includeva anche figure come Baby Face Nelson e altri criminali noti, causarono molte vittime e generarono una crescente attenzione mediatica. La caccia all’uomo si concluse il 22 luglio 1934, quando Dillinger venne ucciso dagli agenti FBI all’uscita del Biograph Theater di Chicago, dopo essere stato tradito da Anna Sage, una donna che voleva evitare la deportazione e informò gli agenti dei suoi piani. Questo evento segnò la fine di una figura che aveva alimentato per anni sogni di sfida contro il sistema.

John Herbert Dillinger

John Dillinger continua a essere oggi un’icona della cultura popolare americana e internazionale. Nel 2025 il suo nome è tornato alla ribalta grazie a nuove produzioni documentaristiche come la serie “Wanted: Dead or Alive” andata in onda su Fox Nation, che racconta la sua vita e quella della banda con una narrazione intensa e dettagliata. La sua vicenda, fatta di audaci tentativi, fuggitivi e scontri con la legge, ispira ancora oggi il pubblico per la sua drammaticità e il suo mix di fascino e pericolo.

Un esempio di come il mito di Dillinger influenzi ancora il presente è il caso di Fabrizio Corona, noto personaggio italiano, che ha scelto di ispirarsi proprio a John Dillinger per il suo recente progetto di informazione online chiamato “Dillinger News”. Questo canale, lanciato sui social, richiama esplicitamente la figura del fuorilegge romantico del passato, ribelle contro il sistema e simbolo di una libertà discussa e controversa. Corona ha voluto adottare questa immagine per rappresentare un modo di comunicare che si pone sulle orme del ribelle moderno, mettendo in luce come la figura di Dillinger sia ancora viva e attuale, non solo nel mito ma anche nell’uso mediatico e culturale contemporaneo.

Fabrizio Corona griffato Dillinger

La storia di John Dillinger ci parla dunque di un uomo che, al di là del crimine, è diventato simbolo di rivolta e fascino al tempo stesso. La sua figura incarna un’epoca di crisi economica, di scontri tra potere e libertà, ma racconta anche la potenza del mito nell’immaginario collettivo, capace di attraversare decenni e culture per ispirare ancora oggi personalità del mondo dello spettacolo e non solo.

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