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IL PROGETTO

Codice Rosa, rinnovato il patto per la rete antiviolenza: "Un modello nazionale"

L'ideatrice Vittoria Doretti, medico grossetano: "Non si potrà parlare di eccellenza finché ci sarà un femminicidio"

Roberto Bata

30 Luglio 2025, 15:10

Codice Rosa, rinnovato il patto per la rete antiviolenza: "Un modello nazionale"

Nato nel 2009 nell’allora Usl 9 di Grosseto tra sanità, magistratura e forze dell’ordine, il Codice Rosa si è affermato come un modello operativo per la presa in carico delle vittime di violenza e abusi. Diventando nel tempo un sistema applicato a livello nazionale.

Il medico grossetano Vittoria Doretti, ideatrice del Codice Rosa

E il modello si evolve, tanto che a Firenze è stato firmato un nuovo protocollo tra la Regione Toscana e le Procure toscane (più la Procura della Liguria che ha competenza su Massa) per rafforzare la rete di intervento e assistenza alle vittime. Alla firma erano presenti il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, Marco Torre, direttore generale della Asl Toscana sud est, e la grossetana Vittoria Doretti, ideatrice e responsabile regionale del Codice Rosa, nonché direttrice dell’area dipartimentale Promozione ed etica della Salute della stessa Asl.

"Fin dall’inizio – ricordano dalla Regione – il Codice Rosa ha puntato a costruire una task force multidisciplinare in grado di intervenire in modo coordinato, dando vita già nel 2010 alle prime linee guida sanitarie, grazie all’impegno congiunto con la Procura. Elemento chiave del Codice Rosa è sempre stata la rete territoriale, che coinvolge centri antiviolenza, istituzioni sanitarie e giudiziarie, in un’alleanza operativa basata su umanità, competenza e collaborazione".

L’aggiornamento del protocollo oggi rappresenta un nuovo passo avanti, nel solco di una storia che continua a mettere al centro l’umanità, la competenza e la collaborazione – dice Vittoria Doretti –. Una delle qualità più importanti del Codice Rosa è stata ed è proprio la sua capacità di evolversi. Oggi la firma di questo nuovo protocollo tra Regione Toscana e Procure rende ancora più sicuro e certo il perimetro in cui muoversi, a qualsiasi ora del giorno e della notte, dal territorio più lontano all’ospedale più grande. È sicuramente un passo in avanti importantissimo, fondamentale ma non rappresenta un punto di arrivo. Oggi siamo soddisfatte e soddisfatti, ma domani si ricomincia. Non si potrà parlare di eccellenza fino a che ci sarà un femminicidio. Il cambiamento culturale è ancora in atto e resta ancora molta strada da fare. Su questo il ringraziamento va a Cristina Manetti per l’impegno fondamentale con la Toscana delle Donne”.

“Sono orgoglioso della squadra che negli anni ha reso il Codice Rosa un modello riconosciuto a livello nazionale – ha aggiunto Marco Torre –. Oggi lo aggiorniamo, migliorando un sistema già efficace. Ma ciò che conta è anche l’impegno quotidiano di tutte le operatrici e degli operatori a ogni livello della sanità che ci mettono la faccia ogni giorno. Io con loro”.

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