La tartaruga marina Caretta caretta torna a nidificare al Parco regionale della Maremma. La scoperta è avvenuta all’alba di lunedì 14 luglio a Cala Rossa, grazie all’attento monitoraggio dei volontari “Amici del Parco”.
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“Per il secondo anno, grazie all’impegno dei volontari, siamo riusciti a individuare un nido di Caretta caretta sulle nostre spiagge,” conferma il presidente del Parco della Maremma, Simone Rusci. “Ci tengo a ringraziare gli 'Amici del Parco' che sono volontari dell’albo istituzionale, riconosciuto dai parchi naturali e previsto proprio dalla legge sulle aree protette, perché attraverso il loro impegno di monitoraggio, presidio, pulizia, permettono di avere un controllo ancora maggiore sul vasto territorio compreso nella riserva naturale e quindi poter gestire al meglio le diverse situazioni che si presentano. Proprio lo scorso anno, in occasione dell’individuazione di un altro nido, sempre a Cala Rossa, si è creato un vero e proprio esercizio di coesione tra i volontari, il personale del Parco e i ricercatori, che ha perfezionato i rapporti e dato vita, di fatto, a un sistema di segnalazione e collaborazione che funziona molto bene”.
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"Il monitoraggio quotidiano delle spiagge da parte degli “Amici del Parco” è iniziato, come ogni anno, il 1° giugno e proseguirà fino al 31 agosto. Quest’anno, tuttavia – fanno sapere dal Parco della Maremma – l’impegno è stato ulteriormente intensificato, proprio in seguito al primo evento di nidificazione registrato all’interno del Parco lo scorso anno sulla stessa spiaggia. Nei giorni precedenti alla scoperta del nido, i volontari avevano già osservato tracce di esplorazione compatibili con la presenza di una tartaruga marina in cerca di un luogo adatto alla deposizione. Non tutte le emersioni, infatti, si concludono con la deposizione delle uova: spesso le femmine ispezionano la spiaggia per valutare le condizioni ambientali prima di scegliere il luogo più idoneo per nidificare. Dopo qualche giorno dai primi avvistamenti di tracce, ecco la bella scoperta: la presenza di un nido, che è stato immediatamente messo in sicurezza con l’apposizione di una griglia a terra per evitare eventuali predazioni, di una recinzione per delimitare l’area e impedire l’accesso ai fruitori della spiaggia e adeguati cartelli, per informare i visitatori e garantire il rispetto del sito di nidificazione. Questi eventi di conservazione rappresentano fondamentali occasioni di sensibilizzazione e di educazione ambientale, che non si limitano alla tutela della tartaruga marina, ma promuovono una più ampia consapevolezza sull’importanza di preservare l’intero ecosistema costiero. In contesti preziosi come quello del Parco naturale della Maremma, la protezione del nido diventa anche un’opportunità per valorizzare e difendere l’ambiente dunale, habitat fragile e ricco di biodiversità, la cui conservazione è strettamente legata al rispetto delle regole e al coinvolgimento attivo dei cittadini e dei visitatori".
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“A differenza di quanto si può pensare – continuaRusci– la nidificazione in zone naturali, poco antropizzate e frequentante, non è molto sicura, perché può essere soggetta a predazioni da parte di altri animali come volpi, lupi, gabbiani. La presenza degli strumenti di protezione e sorveglianza, quindi, permette di salvaguardare adeguatamente il nido ed evitare predazioni”. Come è accaduto una decina di giorni fa: “Durante il monitoraggio tra Bocca d’Ombrone e Principina a Mare – aggiunge Rusci –, gli 'Amici del Parco' hanno potuto solo constatare che un nido appena deposto era stato immediatamente predato da una volpe”.
La tartaruga che ha scelto Cala Rossa per nidificare ha percorso circa trenta metri di spiaggia per deporre le uova alla base della duna, mettendo così il nido al riparo da eventuali mareggiate. E non appena la segnalazione degli “Amici del Parco” è arrivata, al mattino di lunedì 14 luglio, Laura Tonelli dell’ufficio tecnico del Parco e Francesca Capanni ricercatrice dell’Università di Siena, entrambe coinvolte nel progetto Life Turtlenest, cofinanziato dall'Unione Europea e coordinato da Legambiente, si sono recate sul posto per verificare la presenza del nido e per mettere in sicurezza l’area.
Queste attività di pronto intervento si inseriscono all’interno di una rete di collaborazioni ormai ben consolidata in Toscana, che opera in modo coordinato e in costante comunicazione. In particolare, il lavoro si svolge in sinergia con Arpat, in coordinamento con Cecilia Mancusi, con Legambiente, rappresentata da Letizia Marsili dell’Università di Siena, coordinatrice scientifica per le Regioni Lazio e Toscana per il progetto Life Turtlenest, e con gli altri enti e associazioni attivamente impegnati nella tutela di questa specie sul territorio.
“Abbiamo installato una rete a protezione degli eventuali predatori, oltre a pali e corde per proteggere il nido,” spiegaTonelli “inoltre, è stato collocato un data logger che misura la temperatura e l’umidità, posizionato alla stessa profondità della camera delle uova, ma all’esterno di essa, in modo da raccogliere dati importanti per le attività di ricerca e per stimare la data della schiusa, che generalmente avviene tra 42 e oltre 60 giorni dopo la deposizione. È probabile che la tartaruga di Cala Rossa sia la stessa che aveva nidificato a Bocca d’Ombrone”.
La nidificazione delle Caretta caretta è un evento che ha bisogno di essere protetto non solo da eventuali predatori, ma anche dalle attività dell'uomo: spesso, infatti, con l’intento di aiutare le tartarughe a nidificare o i piccoli a raggiungere il mare, si compiono azioni che, seppur in buona fede, possono compromettere la sopravvivenza delle uova e dei piccoli. La Caretta caretta è una specie protetta ed è vietato, quindi, toccare, prelevare o disturbare gli esemplari, le uova e le aree di nidificazione. In caso di avvistamento di tracce di emersione – riconoscibili per l’aspetto simile al passaggio di un piccolo cingolato, con un percorso di andata e ritorno dal mare – è essenziale non avvicinarsi, non modificare in alcun modo l’area e contattare tempestivamente la Guardia Costiera al numero gratuito 1530. Se l’evento si verifica all’interno del Parco della Maremma, è necessario avvisare anche i guardiaparco al numero 333 6191686. Saranno gli operatori in possesso della specifica autorizzazione ministeriale, a verificare la presenza del nido.