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IL CASO

La chitarrista e un concerto dalle note amare: la denuncia di Carlotta Dalia

L'artista ha scritto una dura lettera aperta al sindaco di Grosseto: "Questa città ha un'offerta culturale che rasenta quella di una periferia dimenticata"

Roberto Bata

06 Luglio 2025, 14:33

La chitarrista e un concerto dalle note amare: la denuncia di Carlotta Dalia

Sabato sera, 5 luglio, si è esibita in un concerto patrocinato dal Comune di Grosseto, nel chiostro della Chiesa di San Francesco. Ma l'esperienza si è rivelata amara. Anzi, amarissima. E così la chitarrista classica Carlotta Dalia, grossetana, ha scritto una lettera aperta al sindaco della sua città, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, per manifestare tutto il suo disappunto. Lettera che è stata rilanciata anche dal consigliere comunale di minoranza Carlo De Martis.

"Mi chiamo Carlotta Dalia, sono una chitarrista classica e, soprattutto, sono grossetana. Ieri sera ho avuto il (teorico) piacere di esibirmi nella mia città, in un concerto. Purtroppo, l’evento si è trasformato in una dimostrazione concreta di quanto Grosseto stia scivolando verso un baratro culturale che fa male, prima ancora che agli artisti, alla cittadinanza tutta. Sono nata a Grosseto, qui sono cresciuta e ho iniziato gli studi. Dunque, le dico con amara sincerità che mi sia profondamente dispiaciuto constatare che Grosseto abbia mostrato il volto di una città alla deriva culturale, che non dà la possibilità ai propri cittadini di fruire di un concerto di musica classica in maniera quantomeno "vivibile". Nessuna figura istituzionale presente, nessun segno di attenzione o sostegno da parte dell’amministrazione comunale, salvo il logo del Grifone sulle locandine, e – dettaglio ancora più grave – la totale mancanza dello svolgere il concerto in condizioni almeno dignitose. Un torto che si è ripercosso soprattutto sul numeroso pubblico presente, che ringrazio per aver sopportato la situazione".

"A pochi metri dal chiostro di San Francesco, nello stesso orario – prosegue Carlotta Dalia – la Pro Loco ha tenuto un evento amplificato con una cover band a tutto volume. Non pretendo certo che la sezione Cultura del vostro Comune si “abbassi” ad andare ai concerti che “patrocina”, ma quantomeno sincerarsi della programmazione culturale garantisca un decente svolgersi degli eventi, sarebbe il minimo. Quando, con grande garbo, abbiamo chiesto alla Pro Loco se fosse possibile abbassare per almeno 50 minuti il volume, il tempo del concerto, ci è stato risposto dal loro colto presidente con la frase "Andate a sentire la chitarrina". Una frase che non offende solo me, ma tutto ciò che la musica classica rappresenta: studio, dedizione, patrimonio culturale. La situazione è stata talmente ingestibile che siamo stati costretti a spostare l’esibizione dal chiostro, previsto come sede, alla chiesa adiacente, pur sapendo che le temperature al suo interno fossero semplicemente insostenibili".

"Da grossetana, trovo triste che, dopo oltre dieci anni dall’ultima mia esibizione a Grosseto, io mi sia ritrovata di fronte a un'amministrazione comunale assente e disinteressata. Non scrivo per vanità, ma qualcosa in 26 anni credo di averla fatta. Ho vinto 40 premi in concorsi internazionali, ho avuto l’onore di esibirmi due volte per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ho rappresentato l’Italia all’Expo di Dubai 2021 e ho ricevuto la mia prima nomina come docente di Conservatorio a 22 anni. Sono la prima chitarrista ad avere inciso un disco per la prestigiosa etichetta discografica Berlin Classic, raggiungendo 1 milione di riproduzioni in meno di una settimana su Apple Music. Il mio primo concerto l’ho tenuto in questa città all’età di 12 anni e oggi faccio questo di mestiere. Suono nella mia città e non c’è nessuna figura istituzionale a sentire il concerto".

"Eppure, a margine di tutto questo, la riflessione che vorrei condividere è un’altra, più ampia. Grosseto è capoluogo di una delle province più estese d’Italia, ma ha un’offerta culturale che rasenta quella di una periferia dimenticata. E allora mi permetta alcune domande, dirette: lei, signor sindaco, quando ha ascoltato un’opera l’ultima volta? Un concerto sinfonico? E il suo assessore alla Cultura? Non si tratta di gusti personali. Non è questione di “preferenze”. È cultura. È evitare l’abbrutimento. È una questione di visione: è attraverso la qualità dell’offerta culturale di una città che si misura il livello umano, civile e intellettuale di chi la abita e di chi la governa. La musica classica, a partire dalla sua notazione scritta, è nata nel nostro Paese, e non conoscerla e non supportarla è un danno che fate alle nuove generazioni e alla gloriosa storia dell’Italia tutta. Storia dalla quale sarebbe necessario ripartire, dato che il presente mi pare abbastanza aberrante.

Non occuparsi di questi temi è negare un diritto sacrosanto ai cittadini e soprattutto ai giovani. È negare loro di conoscere le loro stesse radici. E se questo discorso proprio non riesce a toccarvi, vi invito almeno a considerare l’aspetto economico: un teatro che funziona, una programmazione culturale solida, generano indotto, attrattività turistica, movimento economico, lavoro. E persino consenso politico. Perché offrire cultura ai cittadini non è solo una scelta di civiltà: è anche un investimento strategico. Se proprio la musica classica non vi interessa, almeno dei voti dovreste curarvi. O no? Vi prego di astenervi dal commentare dicendo che la musica classica non ha pubblico, perché ieri sera la Chiesa di San Francesco, nonostante le temperature equatoriali, il disturbo acustico e le problematiche connesse, era gremita di persone. Se c’era pubblico a sentire una chitarra classica, le garantisco che non mancherebbero degli abbonati ad una stagione sinfonica e lirica degna".
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