GROSSETO
Ha festeggiato una giornata speciale in un modo semplice, nel giardino della parrocchia che frequenta tutti i giorni, con gli amici di sempre. Bruna Ginanneschi ha compiuto 100 anni e ha celebrato il traguardo del secolo di vita alla parrocchia del SS. Crocifisso di Grosseto, prima assistendo alla messa celebrata da don Roberto Nelli e poi con il taglio della torta in giardino, circondata dall’affetto dei familiari e degli amici, tanti, che conserva.
Originaria di Cinigiano, settima di dieci figli, Bruna Ginanneschi a 14 anni ha seguito uno dei fratelli a Grosseto e si è inserita nella vita della città, che all’epoca si sviluppava prevalentemente all’interno delle Mura. E proprio in centro storico ha vissuto per tanti anni, frequentando la parrocchia della Cattedrale e partecipando alle attività della Congregazione mariana. Nel 1984 il trasferimento nella zona appena fuori le mura e da quel momento inizia a far parte della comunità del SS. Crocifisso.
Qui Bruna è entrata a far parte di gruppi di preghiera principalmente legati a Padre Pio e ha partecipato attivamente alla vita della comunità. Diversi anche i pellegrinaggi nei principali santuari Mariani (Lourdes, Fatima, Loreto) a San Giovanni Rotondo a Monte Sant’Angelo e in Terra Santa. Per tanti anni, all’impegno in parrocchia ha associato anche quello verso gli ammalati come volontaria Avo, assistendo soprattutto gli anziani. Un servizio che, al di là dell’impegno diretto in Avo, Bruna ha coltivato anche privatamente, nei riguardi non solo dei propri familiari, ma di chiunque le chiedesse aiuto sia a Grosseto che a Siena ed a Firenze.
Bruna Ginanneschi non si è mai sposata ed ha fatto della sua vita una continua donazione agli altri, come ha dimostrato l'affetto che nella circostanza dei cento anni le è stato riservato. Alla sua storia si possono ben riferire le parole pronunciate da papa Benedetto XVI nel 2012 celebrando la Messa in una struttura per anziani tenuta dalla comunità di Sant’Egidio: “Cari anziani, voi siete una ricchezza per la società, anche nella sofferenza e nella malattia. E questa fase della vita è un dono anche per approfondire il rapporto con Dio”.
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