SCARLINO
I dipendenti Venator
Interviene il ministero del Made in Italy per risolvere la crisi Venator, lo stabilimento chimico con sede nel polo del Casone di Scarlino. Ad annunciarlo è il deputato grossetano Fabrizio Rossi (FdI): “Il Ministero – dichiara Rossi – ha iniziato un'interlocuzione con la proprietà inglese. Già molti sono i contatti informali. Prossimo un incontro ufficiale”.
“La crisi che investe Venator, la multinazionale produttrice di biossido di titanio in Italia – ricorda il deputato Fabrizio Rossi – è una questione di rilevanza non solo locale e regionale, ma anche nazionale. La situazione attualmente è particolarmente molto complessa e in continua evoluzione, per questo da tempo sono in stretto contatto con il ministero del Made in Italy. Dopo i gravi ritardi nel rilascio dei permessi da parte della regione, che hanno frenato il proseguo della produzione, adesso una soluzione deve essere trovata. Delle risposte il territorio le merita e, soprattutto, i lavoratori che da tempo sono sospesi nel limbo, senza vedere all’orizzonte prospettive future”.
“Alcuni giorni fa, a questo proposito – prosegue il deputato grossetano – ho ricevuto a Grosseto una delegazione della Rsu aziendale di Venator per fare il punto della situazione e per prospettare le possibili vie di soluzione per rimettere in marcia l’impianto di Scarlino. Non ultima anche la valutazione di un eventuale acquisto dello stesso impianto da parte di un’altra multinazionale interessata allo sviluppo della produzione del biossido di titanio”.
“Da parte ministeriale – conferma Rossi – c’è la massima volontà di trovare al più presto una soluzione. Anche lo stesso ministro Adolfo Urso mi informa che sono state avviate delle interlocuzioni con la proprietà inglese di Venator attraverso molti contatti informali. A breve sarà previsto anche un prossimo incontro ufficiale con quest’ultima per valutare quali sono le vere intenzioni dei britannici sul Polo industriale scarlinese".
“Il ministero è quindi pronto a fare la propria parte soprattutto per salvaguardare i posti di lavoro e la fabbrica. Il polo industriale del Casone di Scarlino non può e non deve essere cancellato – conclude Fabrizio Rossi – ma deve ritornare a produrre e rappresentare quel luogo di eccellenza per questa provincia”.
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