Capalbio
Progetto deposito scorie
Il sindaco Gianfranco Chelini e l'intera Amministrazione comunale manifestano la loro assoluta opposizione al progetto di deposito delle scorie radioattive nella provincia di Viterbo.
"Ci opponiamo – dichiara il sindaco Chelini – categoricamente alla designazione delle 21 aree viterbesi ritenute idonee a ospitare il deposito nazionale per le scorie radioattive. In accordo con la Regione Toscana e l’Arpat, solleviamo diverse obiezioni, come la prossimità di queste zone al nostro territorio e la mancata considerazione del trasporto delle scorie radioattive che, provenienti dal Nord Italia, dovrebbero attraversare tutta la regione per raggiungere il Lazio. Questo rappresenta un aspetto non trascurabile e potenzialmente pericoloso".
La questione è sorta in seguito alla pubblicazione, da parte del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, del rapporto preliminare per la Sottoposizione della proposta di Carta nazionale delle aree idonee (Cnai) e al successivo avvio della fase di Valutazione ambientale strategica (Vas). Nel documento, la Cnai identifica 51 aree idonee in tutto il Paese, di cui 21 situate all'interno della provincia di Viterbo. Queste aree sono state individuate come destinate a ospitare il deposito nazionale delle scorie radioattive. La criticità risiede nel fatto che il deposito sarà superficiale, concepito quindi per scorie a bassa e bassissima attività, ma dovrebbe invece contenere scorie radioattive di alta e media attività, provenienti da centrali nucleari dismesse, in via temporanea ma a lunga durata, che richiederebbero un deposito geologico di profondità. Su tale questione, la Regione Toscana e Arpat, supportate dall’amministrazione di Capalbio, hanno sollevato importanti criticità.
"In primis – continua il primo cittadino – sussiste una questione legata alla salute pubblica. La Regione e l’Arpat evidenziano le conseguenze dell’esposizione alle radiazioni, riportando dati sulla contaminazione ambientale e sugli alimenti provenienti dalle zone dove sono localizzate le scorie. Inoltre, il rapporto preliminare non menziona il trasporto delle scorie radioattive dal Nord Italia attraverso tutto il Paese per giungere nel Lazio. Come sindaco di Capalbio, vorrei infine esprimere la mia perplessità per l'esclusione della nostra amministrazione come soggetto Sca (Soggetti competenti in materia ambientale), dato che ci troviamo in un'area confinante con due aree ritenute idonee (VT36 e VT8) e potenzialmente soggetta a contaminazione, nonché sottoposta a numerosi vincoli naturalistici, considerando la vicinanza alle aree protette del comune di Capalbio, come Rete Natura 2000 di Montauto e di Vulci".
Una serie di criticità e considerazioni che non lasceranno il Comune di Capalbio inattivo: "Ringraziando l’associazione MaremmaViva per il supporto tecnico-giuridico, procederemo congiuntamente per fare chiarezza sulle modalità di scelta delle aree indicate e valuteremo le possibili azioni da intraprendere a seguito della pubblicazione del rapporto ambientale della Vas".
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