SISMOLOGIA
L'epicentro della scossa delle ore 00.57 del 29 novembbre 2024
Il terremoto di magnitudo 4.2 che nella notte del 29 novembre 2024 si è verificato in provincia di Cosenza ha destato preoccupazione nella popolazione di una vasta area del Sud Italia. La scossa è stata infatti chiaramente percepita dagli abitanti di una vasta area della provincia di Cosenza, ma anche del resto della Calabria e di alcune aree della Basilica, della Sicilia orientale e della Campania. Nessun danno, fortunatamente, ma molta apprensione da parte degli abitanti.
L'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), in giornata, ha fornito un'analisi storico-tecnica dell'evento per rispondere a molte delle domande che si sono poste i cittadini spaventati da questo terremoto. Nessuna previsione - ovviamente - solo un'analisi scientifica del fenomeno e della storicità sismica dell'area, utile però a comprendere la pericolosità del territorio interessato.
Innanzitutto Ingv ha spiegato che la scossa si è generata a una profondità di 20 chilometri. E si è trattato di un terremoto di magnitudo Richter ML 4.2 (Mw 4.2), localizzato dalla Rete Sismica Nazionale alle ore 00:54 italiane ad una profondità di 20 km.
L’epicentro del terremoto è stato individuato a circa 2 km a Est del comune di Mangone (Cosenza), circa 13 Km a SE di Cosenza e 26 Km a N di Lamezia Terme.
Dopo questo terremoto, fino alle ore 1.46 sono stati registrati in zona epicentrale ulteriori 17 terremoti di magnitudo inferiore a 2.
La zona interessata da questo sisma - scrive testualmente Ingv - "è caratterizzata da pericolosità sismica molto alta, come testimoniato dalla Mappa della pericolosità sismica del territorio nazionale (MPS04) e dai forti terremoti avvenuti in passato".
Secondo il Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI15 v. 4.0) aggiunge l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia - "l'area interessata è stata colpita storicamente da diversi terremoti, molti dei quali di magnitudo pari o superiore a magnitudo 5": tra questi - aggiunge ancora - si segnalano quello del 24 maggio 1184 (Mw 6.7) e quello del 27 marzo 1638 (Mw 7.1).
Ingv cita anche il terremoto del 12 febbraio 1854 di magnitudo Mw 6.3 e quello del 4 ottobre 1870 di magnitudo Mw 6.2. "Sono terremoti - riferisce sempre testualmente Ingv - che hanno avuto quasi tutti epicentro lungo la Valle del Crati e che hanno prodotto danni molto intensi ed estesi".
"In particolare - continua l'analisi dell'Istituto -, l’epicentro del terremoto odierno è quasi sovrapponibile alla localizzazione del terremoto del 4 ottobre 1870 di magnitudo 6.2, localizzato secondo il Catalogo dei Forti Terremoti in Italia a meno di 1 km da Cellara e circa 2 km da Mangone, provocando un danneggiamento pari al IX-X e X grado della Scala MCS, rispettivamente. Tuttavia la massima intensità di danneggiamento per il comune di Mangone è stata pari al X-XI grado MCS, in seguito al terremoto del 27 marzo 1638 (Mw 7.1)."
Se si guarda la sismicità più recente dal 1985 in poi, l’area è stata interessata da una sismicità diffusa e piuttosto significativa. In particolare tra il 27 ed il 28 ottobre 2024, la regione è stata interessata da più di 80 terremoti, il più forte dei quali di magnitudo Richter ML 3.7 (Mw 3.6) è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale alleore 20:51 italianedel27 ottobre 2024,3 km a E di Cellara (CS).
hh
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