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GROSSETO

Le prime parole del vescovo Bernardino ai fedeli, l'omelia e la preghiera composta per la Madonna delle Grazie: TUTTE LE FOTO

Gianluca Domenichelli

30 Marzo 2025, 18:34

Monsignor Bernardino Giordano ha firmato il verbale della presa di possesso canonico della Diocesi, è (anche) ufficialmente il nuovo vescovo di Grosseto. Un atto formale arrivato dopo una giornata di festa – "una festa di popolo", come l'ha giustamente definita la Diocesi – che ha visto una grande partecipazione da parte della comunità, nella quarta domenica di Quaresima. 

E le prime – significative – parole che il nuovo vescovo ha voluto consegnare alla Maremma, ricambiando i saluti, sono state “insieme” e la consapevolezza che “la fatica non è una sconfitta”. Dopo il bagno di folla e la sosta nel vicino palazzo vescovile, per indossare le vesti liturgiche, sulla soglia del portale d’ingresso della Cattedrale ha ricevuto da un canonico il Crocifisso e l'ha baciato in segno di venerazione, poi monsignor Giordano si è diretto verso la cappella del Santissimo Sacramento per un breve momento di adorazione.

La prima parte della liturgia – poco meno di 80 i sacerdoti concelebranti – è stata presieduta dal Cardinale Augusto Paolo Lojudice, che ha chiesto al cancelliere vescovile, don Jarek Migus, di mostrare la Bolla con la quale il Papa ha nominato monsignor Giordano vescovo di Grosseto e di Pitigliano-Sovana-Orbetello, che restano unite in persona episcopi. Quindi monsignor Roberto Nelli, decano del collegio dei consultori, ha dato pubblica lettura della Bolla. Dato l’annunzio, il vescovo Bernardino ha ricevuto il pastorale dal cardinal Lojudice, ha indossato la mitria ed è salito alla cattedra. Il segno tangibile di tutto il suo ministero. Preso possesso della cattedra, il vescovo Bernardino ha ricevuto “l’obbedienza” da una rappresentanza del popolo grossetano: un religioso, frate Sergio Persici; una famiglia: Michele, Martina e la piccola Benedetta; un sacerdote, don Fabio Bertelli, parroco di San Giuseppe; un diacono: Marcello Corsini; una religiosa: suor Emanuela Pariyathussery, superiora delle suore francescane di Santa Elisabetta.

La prima omelia del vescovo Bernardino: "È una domenica particolarmente impegnativa, ma anche di gioia – ha sottolineato –, perché se non facciamo festa non sappiamo neanche riconoscere il cammino che stiamo facendo. L’orientamento della nostra penitenza è, infatti, la gioia: il digiuno, l’elemosina la preghiera sono per un incontro!”, ha esortato. Per poi soffermarsi sul passo del Vangelo proclamato, la parabola del padre misericordioso. “Ognuno può vivere alla sua maniera – ha detto – ma siamo comunque chiamati a far festa con Dio. Fare festa significa avere dei legami: e quanto sono importanti! La nostra vita ce la costruiamo coi legami! C’è modo e modo di vivere ogni cosa: da dissoluti, cioè senza legami, oppure per cambiare. Questa domenica è un continuo richiamo alla nostra vita interiore. Riflettiamo, allora, davanti a Dio, su come siamo chiamati a ricostruire i nostri legami. Fossimo anche nel peccato più grave dobbiamo sapere che c’è un Dio che ci aspetta. Il nostro credere è una relazione, ma se non la teniamo viva come possiamo portarla avanti? La presenza di Gesù è viva nella nostra vita e ognuno di noi è segno di quella presenza. Allora la nostra identità non è solo segnata dal fare, ma diventa rapporto con qualcuno”. Poi, rivolgendosi alle famiglie: “Voi ci dite come si vive la capacità di unificare e costruire ponti e ci ricordate che senza amore non si fa nulla. Tutti sono chiamati a generare vita: nelle parrocchie, in diocesi, nelle relazioni. Ma generare senza amare non è possibile!”. 

Prima della benedizione finale, il vescovo Bernardino ha raggiunto l’altare della Madonna delle Grazie dove, circondato dai giovani, ha recitato per la prima volta la preghiera da lui composta in onore della Madonna delle Grazie, compatrona della città e della Diocesi di Grosseto: 

Maria Madre della Chiesa

che con il tuo “Sì” hai accolto il Dio della vita

aiuta i giovani e le famiglie

a seguire il tuo figlio Gesù

e ad accogliere custodire

la vita in tutte le sue stagioni.

Madre della divina grazia,

donaci di vivere in comunione

tra di noi

e di testimoniare l’amore fedele

di Dio

nella semplicità del quotidiano.

Madre della tenerezza

che conosce il cuore di ogni persona,

ottienici per mezzo di Gesù

lo Spirito della verità e dell’amore

e portaci nel cuore del Padre.

Amen

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